Le quote rosa sono puro razzismo?

E' da un po di tempo che trattengo questo pensierino ma dopo l'esternazione pubblica di una donna di politica, mi vedo costretto a scrivere qualcosa in proposito. Allora, erano molti anni fa quando scoprii con esattezza il significato della terminologia "quote rosa" e fondamentalmente la cosa mi sembrava giusta, ovvero dava spazio ad una categoria di persone che in quel momento non riceveva molto "interesse". Poi di questo tema non si è parlato più così tanto. In questi giorni è tornato in voga per via delle prossime primarie.

A farmi scattare la scintilla è stata proprio Laura Puppato (per quelli poco informati, una dei 5 candidati alle primarie di centrosinistra). Bene, settimana scorsa su RaiTre, durante un'intervista, alla domanda "Perché dovresti vincere le Primarie?" la donna di politica ha concluso la sua risposta con un:

... e poi, anche perché sono l'unica donna candidata. Viva le quote rosa!

E' vero, essere donna non dovrebbe essere una colpa ma, al tempo stesso, non dovrebbe essere nemmeno  un merito. Perché uno dovrebbe assicurarti dei posti in politica solo perché sei donna? Certo, non metto in dubbio che la Puppato (come qualsiasi altra donna di politica) abbia i suoi meriti e i suoi pregi, ma obbligare la Camera ad una percentuale di posti al femminile solo perché l'andazzo generale era maschile non ha senso.

Mi arrabbio davvero tanto quando leggi tutti quegli annunci di lavoro con "Cercasi solo personale femminile" come se gli uomini fossero degli idioti e non sapessero fare i commessi. Tornando alla quota rosa, il punto è questo: dovremmo mettere al primo posto il genere sessuale o la meritocrazia? Credo che in questo periodo esatto, l'Italia non ha proprio bisogno di quote rosa, quote mori, quote biondi, quote etero, quote alti, quote mulatti, ecc.: ad oggi l'Italia ha bisogno solo di persone competenti.

le quote rosa sono razzismo?

Il Gì Pensiero finisce qui.